– Fuori diluvia. Mi sono lasciata. L’ennesima volta. Ma questa volta non riuscivo a respirare. Ho finito il libro. I miei nervi sono a pezzi. Vorrei vomitare l’anima. Vorrei trovare quei per sempre nei mai. Vorrei che riuscisse a capire chi sono. Vorrei salvarlo. Ho detto una grande stronzata. Io non ce la faccio a rinunciare a l’idea di salvarlo. Non adesso. Non ora che aveva salvato me. Qua è a rischio allagamento. Vorrei tanto portasse via tutto questo niente che sento.
Foto di Lilla Conti
– Non rinunciare.
Sarà un ferirti ugualmente: rinunciare o perseverare. I mulini a vento esistono e se con la ragione siamo tutti buoni a negarli, qualcosa dentro più umano della ragione, più viscerale della testa, ci trascina verso battaglie contro i demoni. Demoni che abitano la nostra anima e i nostri ricordi: li riconosciamo nel dolore altrui e li sfidiamo. Una guerriglia, un buttarsi nella mischia fino a non distinguere più i tuoi spettri da quelli altrui.
Non rinunciare.
Sarà un guarirti da te stessa più che un guarirlo dal mondo. È solo guardandoci dentro alle persone che si riconosce la nostra essenza.
Non differisci, poi, così tanto da me. Anche tu ti ammali. Ti ammali di altruismo, ti ammali di persone, di amore.