Stelle nelle tasche più non ho

Mia Martini

 

Cantero’ – se vuoi – ma non credermi
Stelle nelle tasche piu’ non ho
E tu – non sai – volare piu’ – piu’ – piu’ in alto
Nel viso della sera che nasce
Sulla spiaggia coi falo’

Cantero’ – per noi – che non siamo piu’
piu’ forti – di quel po’ – di gioventu’
Che sta – bruciando dentro e poi – finira’
Nel viso della sera che nasce
Sulla spiaggia coi falo’

Dimmi che vuoi – che puoi – darmi felicita’
E sotto – la mia pelle nascera’
Per te un dolce fiume che – cantera’
La mia speranza d’esser donna
E la tua bocca poi lo berra’

Dimmi che il posto mio non sto per perderlo
Dentro la mia fiaccola tu sei
Ma se – non sai bruciare piu’ – resta ancora
Insieme canteremo e legnia
Porteremo al nostro falo’

Dimmi che vuoi – che puoi – darmi felicita’
Apri le tue braccia e se ne andra’
La mia tristezza finalmente sara’ un esplosione
Di stelle cadenti sopra i fuochi gia’ spenti dei falo’
Sole no! Non puoi – piu’ mandarci via
Rosso stai salendo sempre piu’
Lui sta dormendo il mare sa’ – quanto amore
Mi ha dato e mi dara’ rubando il viso di una sera

un vaso pieno di un sapere non mio

Pasolini a Goreme (Cappadocia) 1969

Pasolini a Goreme (Cappadocia) 1969

Cara Maria,

Io oggi ho colto un attimo del tuo fulgore, e tu avresti voluto darmelo tutto. Ma non è possibile. Ogni giorno un barbaglio, e alla fine si avrà l´intera, intatta luminosità. C´è poi anche il fatto che io parlo poco, oppure mi esprimo in termini un po´ incomprensibili. Ma a questo ci vuol poco a mettere rimedio: sono un po´ in trance, ho una visione o meglio delle visioni, le “Visioni della Medea”: in queste condizioni di emergenza, devi avere un po´ di pazienza con me, e cavarmi un po´ le parole con la forza. Ti abbraccio.

Foto di Mario Tursi

Foto di Mario Tursi

Foto di Mimmo Cattarinich

Foto di Mimmo Cattarinich

Ma quando crescerai, mio dolce P.P.P.? Non è il momento di diventare un po’ maturo? Ti ho sempre detto la verità, Pier Paolo, invece di coccolarti. Io sono qui ad aspettarti. Peccato che non verrai. Sono qui, Pier Paolo, teneramente. Scrivimi“.

Maria era innamorata di Pier Paolo Pasolini. Ci sono alcune lettere, inedite, che la cantante dedicava a un uomo che non avrebbe mai posseduto.

La passione di Pier Paolo, in quegli anni, aveva un nome: Ninetto Davoli.

Pasolini era disperato perché Ninetto Davoli lo stava lasciando per una ragazza. Nell’agosto ’71 aveva scritto a Paolo Volponi: “Sono quasi pazzo di dolore. Ninetto è finito. Dopo quasi nove anni Ninetto non c’è più. Ho perso il senso della vita. Penso soltanto a morire o cose simili. Tutto mi è crollato intorno: Ninetto con la sua ragazza disposto a tutto, anche a tornare a fare il falegname (senza battere ciglio) pur di stare con lei; ed io incapace di accettare questa orrenda realtà, che non solo mi rovina il presente, ma getta una luce di dolore anche in tutti questi anni che io ho creduto di gioia”.

Pier Paolo, tu dipendevi troppo da Ninetto. Non era giusto. Ninetto ha il diritto di vivere la sua vita. Lascialo fare. Cerca di essere forte. Devi farlo. Mi sarebbe tanto piaciuto che tu sentissi il bisogno di venire da me…“.

 

Foto di Mario Tursi

Foto di Mario Tursi

Foto di Mimmo Cattarinich

Foto di Mimmo Cattarinich

Foto di Mario Tursi

Foto di Mario Tursi

 

“E tu, atterrita dal sospetto di non essere più,

 sai anche questo

 e ti arrangi a farti da madre.

 Concedi alla bambina di essere regina

di aprire e chiudere le finestre come in un rito

 rispettato da ospiti, servitù, spettatori lontani.

Eppure lei, lei, la bambina,

 basta che per un solo istante sia trascurata,

 si sente perduta per sempre”.

[La Presenza, P.P.Pasolini, 1969]

La nascita

Occhi di vetro riflettono un sole che illumina senza scaldare.
Saluto di un uomo dal volto sfregiato dalla lama del tempo.

L’anticipo ti è costato un freddo più rigido, un’aria sprezzante. Il canto del giorno prende il volo dall’ultimo ulivo.

Alzo il bavero e gli occhi.

ogni nascita dell’uomo, la nuova primavera, il sole di marzo.
Buongiorno.

leggeri senza un cognome

Vivere la vita è una cosa veramente grossa
C’è tutto il mondo tra la culla e la fossa
Sei partito da un piccolo porto
Dove la sete era tanta e il fiasco era corto
E adesso vivi….
Perché non avrei niente di meglio da fare
finchè non sarai morto
La vita è la più grande ubriacatura
Mentre stai bevendo intorno a te tutto gira
E incontri un sacco di gente
Ma quando passerà non ti ricorderai più niente
Ma non avere paura, qualcun’ altro si ricorderà di te
Ma la questione è…Perché???
Perché ha qualcosa che gli hai regalato
Oppure avevi un debito…e non l’hai pagato???
Non c’è cosa peggiore del talento sprecato
Non c’è cosa più triste di una padre che non ha amato…

Vivere la vita è come fare un grosso girotondo
C’è il momento di stare sù e quello di cadere giù nel fondo
E allora avrai paura
Perché a quella notte non eri pronto
Al mattino ti rialzerai sulle tue gambe
E sarai l’uomo più forte del mondo
Lei si truccava forte per nascondere un dolore
Lui si infilava le dita in gola….per vedere se veramente aveva un cuore
Poi quello che non aveva fatto la società l’ha fatto l’amore…
Guardali adesso come camminano leggeri senza un cognome….

Puoi cambiare camicia se ne hai voglia
E se hai fiducia puoi cambiare scarpe…
Se hai scarpe nuove puoi cambiare strada
E cambiando strada puoi cambiare idee
E con le idee puoi cambiare il mondo…
Ma il mondo non cambia spesso
Allora la tua vera Rivoluzione sarà cambiare te stesso
Eccoti sulla tua barchetta di giornale che sfidi le onde della radiotelevisione
Eccoti lungo la statale…che dai un bel pugno a uno sfruttatore
Eccoti nel tuo monolocale… che scrivi una canzone
Eccoti in guerra nel deserto che stai per disertare
E ora…eccoti sul letto che non ti vuoi più alzare…
E ti lamenti dei Governi e della crisi generale…

Posso dirti una cosa da bambino?
Esci di casa! Sorridi! Respira forte!
Sei vivo! Cretino.

 

 

 

 

Questa canzone mi commuove ogni volta. Sarà la voce di questo bambino, sarà la semplicità del suo messaggio, sarà che ancora dobbiamo ricevere consigli dai bambini per capire noi stessi. 

“Un gatto che passeggia tra i libri”

prevert

 

Mi auguro di avere sempre in casa mia
Una persona di buon senso
Un gatto che passeggia tra i libri
E degli amici senza i quali non posso vivere.

Jaques Prévert

Camminerebbe tutta la notte chi è in piedi da una vita

Foto di Lilla Conti

Foto di Lilla Conti

Forse inizia, forse finisce.

Forse sei solo passato per un sentiero già percorso. Ne riconosco le orme.

Forse esistono intervalli di questo vorticare che tornano.

Tornano come le date sul calendario, come i giri infiniti di una trottola, le tracce di un vinile.

E quando tornano li vedi. E li fermi.

Non cambierai disposizione ai quadri in camera, non cancellerai quel numero di telefono, la dedica in copertina.

Quando quegli intervalli tornano, tutto coincide. E qualcosa si incastra per la prima volta.

Serviranno altri giri a vuoto, altri valzer di trottole, altre centrifughe.

Ad ogni ciclo ci sarà più ordine.

C’è una valigia sulla porta d’entrata.

La televisione illumina silenziosa la superficie del tavolo.

Foglio accartocciato, centrotavola stirato.

Un letto da rifare per chi stanotte non dormirà.

Un lampione spento per il viandante sulla panchina.

Chi è sempre partito ha deciso di restare.

Camminerebbe tutta la notte chi è in piedi da una vita.

C’è una valigia alla porta d’entrata.

La luce della televisione ha smascherato la sua fuga.

Andare a letto solo quando si ha sonno.

Partire quando non si è salutato nessuno.

ricordo a malapena quale nome ho: A.R.

Foto di Walter Valentini

Foto di Walter Valentini

 

Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!

I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
– Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru

Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;

Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!

 

Radici

Radici

 

Radici.
Pulizie di primavera.
Tende sole balcone.

[La casa è come un punto di memoria,
le tue radici danno la saggezza
e proprio questa è forse la risposta
e provi un grande senso di dolcezza]